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Il fondo John Guida

John Guida (Santa Maria Capua Vetere, 1888 – Roma 1951), disegnatore, illustratore.

Ancora bambino si trasferisce a Roma dove frequenta il ginnasio e il liceo al Visconti, anche se ha già maturato la sua inclinazione per l‘arte.
Nel 1914 partecipa all’esposizione della moda al Circolo degli artisti insieme a Sartorio, Grassi, Innocenti, Angoletta.
“Sono un pittore che ha scelto di fare del figurinismo una professione”, dirà di sé raccontando gli esordi come artista e l’incontro con i fratelli Coen. Poi la guerra. John non smette mai di disegnare, anche quando è prigioniero in Germania. A guerra finita, vive per tre anni da bohémien a Parigi. Di ritorno a Roma, dove abiterà tra piazza del Popolo, piazza di Spagna e via Margutta, riprende i contatti con Coen ed espone un centinaio di schizzi dal vero e ritratti che hanno un grande successo. Usa il lapis, il pastello, l’acquerello, la punta secca, il guazzo.
Sono gli anni d’oro dell’artista e insieme della S. di P. Coen & C. John disegna figurini direttamente sui tessuti da mettere nelle vetrine che si affacciano su via del Tritone e via Poli; disegna per Il figurino di moda che Coen offre in omaggio alle clienti e per La Gazzetta dell’eleganza che cambia titolo ad ogni stagione; crea cartoline pubblicitarie. Da Parigi racconta e illustra la moda francese su La Donna con figurini “gentilmente offerti dalla grande casa di tessuti, biancheria, corredi” e trae ispirazione, affascinato da Poiret, Vionnet, Lanvin, fino a maturare un suo stile personale. Dipinge donne allungate, con la testa piccola, i capelli incollati sulle tempie, le mani affusolate e, per far conoscere il gioielliere romano Massoni, le orna di lunghe collane e orecchini di perle. Le prime pubblicità sono su Le carnet mondain. Collabora con Piperno, con Sanet di Torino e con La Merveilleuse, ma il binomio Coen & Guida è vincente anche quando a Roma nasce la rivista Cose e in copertina ci sono affascinanti immagini a colori di donne dipinte dall’artista e “offerte” dai grandi magazzini. I suoi articoli e i suoi figurini sono nelle pagine di altre prestigiose riviste, Lidel, Vita femminile, Fantasie d’Italia, Domina, più o meno influenzate dal regime fascista.
Negli anni Trenta collabora con il Giornale della Domenica raccontando che cosa va di moda e raccontandosi, mentre più forte si sente l’esigenza di uno stile italiano. Le figure sono, per dirla con lui, “ sintetiche, quasi spasmodiche”. Nel 1933 espone alla galleria romana Bardi di via Veneto figurini che rappresentano “Vent’anni di moda”. Nel 1935 è sulla copertina della Rivista della moda con i cartamodelli di Coen, ma è costretto ad abbandonare il nome d’arte, a seguito della circolare ministeriale che vieta l’uso dei nomi stranieri, e a firmarsi Gio o Gion. Disegna la pubblicità dei profumi Emef e i costumi per il film di Gustav Machety Ballerine (1936), appena restaurato, e per Equatore, regia di Gino Valori, aiuto regista Mario Monicelli, (1938), mentre Cinema, lo invita a spiegare come ormai è Hollywood a influenzare i costumi e la moda.
La sua donna ora è l’immagine della salute, più vicina a come la vuole il regime, bionda, con i capelli gonfi, mentre fosche nubi si affacciano sulla S. di P. Coen & C., ora SAITA. Con le leggi razziali i grandi magazzini, che hanno saputo superare le restrizioni dovute alle sanzioni per la politica d’espansione e l’autarchia, sono costretti a chiudere interi reparti. Poi tutto precipita.
Dopo la guerra John scrive per La nuova rivista italiana che le donne, se pure hanno continuato a vestire, lo hanno fatto con pudore, in sordina. Riprende a lavorare, disegna per Schuberth, Antonelli, Centinaro, Galtrucco, Emef e insegna l’arte del figurinismo, ma ha appena il tempo dal suo studio di via Margutta di veder nascere l’Alta Moda Italiana.

(Silvia Samaritani Giordani)

 

Il fondo, donato da Maria Vittoria Del Vecchio Coen il 7 maggio 1999, è costituito da documenti relativi all'attività artistica di John Guida e ai suoi interessi nel campo della moda. E' costituito da figurini originali, tavole di riviste di moda ed una fotografia di John Guida.

I documenti sono accessibili alla consultazione.

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